UNA NEVROSI DI CLASSE TUTTA AL FEMMINILE
Una nevrosi di classe tutta al femminile
La mia storia è la storia di molte donne che ho incontrato fino ad ora nella mia professione e vita personale.
Come spiega Vincent de Gauléjac, psicanalista francese, la nevrosi di classe è un quadro clinico che deriva da un conflitto dato da un cambio di classe sociale, ne consegue la necessità, da una parte, di rimanere fedele alla classe sociale delle origini e dall’altra parte, il desiderio di promozione sociale per sé stessi e per la propria discendenza.
L’effetto finale è l’eccessivo lavoro, lasciando da parte la vita privata, per ottenere il riconoscimento sia dalla famiglia di origine e sia dalla nuova classe sociale.
Rispetto a ciò che è sempre avvenuto in passato dove le donne erano per lo più, contadine o casalinghe, difficilmente veniva loro concesso di essere imprenditrici o laureate, se accadeva era solo per una piccola minoranza, oggi al contrario si stanno riscattando tutte nel loro ruolo.
Tutto ciò è accaduto anche nella mia famiglia.
La mia scelta lavorativa iniziale è stata in lealtà con una nonna che, come sogno, avrebbe voluto diventare farmacista, onoro per questo il suo desiderio che mi ha permesso di raggiungere il mio primo obiettivo.
Sentivo tuttavia come una morsa stringermi al petto all’idea di rimanere dietro ad un banco e per di più dipendente, per tutta la vita, questo mi ha dato la spinta e la possibilità di fare un cambiamento, iniziare un percorso di studi che mi avrebbe portato alla psicogenealogia.
Più mi specializzavo in una professione nuova e integrata a contatto con la malattia da un punto di vista più emozionale e più saliva una forza in me per differenziarmi dalle mie ave ma nello stesso tempo, tutto ciò mi portava: da una parte a “vergognarmi” e a nascondermi e dall’altra parte alla necessità di dimostrare a me stessa e alla mia famiglia di farcela sempre di più, di essere capace e di dimostrare di essere riconosciuta nel mio ambiente lavorativo.
Tutto ciò ha portato ad una continua necessità di aggiornarmi, continuando a fare corsi e lavorare intensamente a volte togliendoattenzione ai miei figli e a mio marito.
Grazie alla psicogenealogia junghiana è avvenuta una grande consapevolezza in me, una trasformazione che mi permette ora di essere in contatto con le mie ave sentendomi libera di esprimermi, non è più necessario che venga riconosciuta da loro e neppure dalle mie colleghe né del passato e né da quelle presenti, sento scorrere in me la forza delle mie antenate, grazie a loro e alla vita difficile che hanno vissuto oggi posso svolgere ciò che più mi piace.
Lavoro ma un po’ meno intensamente, rispettando ora di più i miei ritmi.
Alessandra Guenzani