PSICOGENEALOGIA E SCIENZA

PSICOGENEALOGIA E SCIENZA

 

Quando iniziai ad interessarmi di psicogenealogia, nel 2011, poco ancora sapevo di questo mondo.
Ciò che invece conoscevo bene era il senso di inadeguatezza e di insofferenza che mi accompagnava durante le poche riunioni familiari annuali. Che cosa ci facevo in quella famiglia, che pur amavo, che sembrava capire così poco di me?
Ecco che cosa mi ha spinto nella ricerca, volevo comprendere per non soccombere ai sensi di colpa.
Chissà che queste mie parole non siano di stimolo a chi si è trovato nella mia situazione.

I concetti di trasmissione transgenerazionale, di lealtà familiare, di sindrome di anniversario e altri ancora che saranno approfonditi in questo blog personalmente o dai miei colleghi, hanno aperto un varco in me, tanti anni fa, nella mia reiterata e consunta visione di famiglia.
Ognuno può sperimentare su di sé che, dopo avere compilato il proprio genosociogramma (disegno grafico e stilizzato del proprio albero familiare utilizzando segni e simboli convenzionali), ci si sente colti da una certa emozione.
Non è facile definire che cosa si prova e non c’è una sensazione uguale per tutti ma c’è una certezza. Quelle linee non sono solo un disegno: sono l’evidenza che la propria esistenza ha a che fare con quelle persone che ci hanno preceduto. Secondo la mia esperienza di psicogenealogista, tutto il lavoro sull’albero di famiglia è una rivelazione emozionante che libera dai retaggi e dai condizionamenti.

Carl Gustav Jung citava nel libro ‘’Ricordi, Sogni, Riflessioni’’ ‘’(…) ho la netta sensazione di essere sotto l’influenza di cose o problemi che furono lasciati incompiuti o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni, e anche dai miei più lontani antenati….’’
A prescindere dai geni e da ereditarietà visibili, come i tratti somatici, la fonazione, la prosodia, l’andatura e la gestualità, la visione psicogenealogica sistemica della famiglia rende evidente che l’esistenza del singolo appartiene all’albero familiare in modo condizionante fintanto che i traumi inconsci, i segreti e i desideri insoddisfatti non sono scoperti e metabolizzati.
Il passato non si cambia ma può cambiare il sentimento con il quale ci accostiamo.
Se non acquisiamo consapevolezza (di cui si parla tanto ma in quanti la raggiungiamo?), il passato continuerà a riproporre dinamiche e pattern. Mentre attraverso la lente della consapevolezza ci eleviamo a una conoscenza e ad un’empatia più grande che ci darà la chiave per rielaborare e ricominciare a vivere con meno pesi sulle spalle.
Lavorare sul proprio albero familiare riappacifica l’individuo con tutto quanto è successo. È mischiarsi al sentito di ogni antenato e vederne le fragilità e le speranze, è arrivare a dire dal cuore che ognuno ha fatto il meglio che poteva con quanto ha ricevuto.

Teorie affascinanti e seducenti sulla carta che, lo dico per rasserenare le incredulità e sollevare interesse anche nelle menti più razionali, trovano anche fondamento nella scienza più recente. Non citerò qui le fonti, facilmente reperibili in rete e sulle maggiori pubblicazioni scientifiche, ma i temi delle ricerche che danno spessore all’argomento.

La prima ricerca riguarda LA TRASMISSIBILITÀ DEL TRAUMA, secondo cui una situazione di abuso e di sofferenza non termina con il traumatizzato.
È sconcertante la scoperta soprattutto se si pensa che i test sono stati effettuati in laboratorio su cavie. Se è così per i topini, come non può esserlo per gli esseri umani?
Tutto ciò che è grave e reiterato, viene mantenuto in memoria: maltrattamenti, violenze, privazioni e deprivazioni e in senso più vasto catastrofi, carestie, guerre, pandemie possono modificare il DNA. Il solo pensarlo mette i brividi.
Successive ricerche si intrecciano con questo tema e lo approfondiscono attraverso l’epigenetica, che è la scienza che studia le variazioni che l’ambiente porta nell’espressione dei geni e che possono essere trasmissibili.

Quale famiglia può attualmente dire di non avere tra i suoi componenti sopravvissuti a guerre, carestie, abusi di qualche genere? Quale famiglia può giurare di non avere qualcuno che morì escluso dal clan o alienato da un’eredità?
Qualcuno disse che siamo traumi che camminano, traumi che non ci appartengono.

La psicogenealogia è uno splendido strumento per accogliere e lavorare il sentimento di disagio che tormenta la persona e, attraverso gli atti simbolici che il facilitatore suggerisce, per restituire questo sentimento a chi l’ha generato. Il risultato è sollievo ed integrazione al senso di sé, è ritrovare il proprio posto nella famiglia.


DNA e trasmissione transgenerazionale

 

La seconda ricerca invece appartiene all’EMBRIOLOGIA. Insieme alla trasmissibilità dei traumi, l’embriologia sostiene (e dimostra) che L’AMBIENTE CELLULARE TIENE UNITE TRE GENERAZIONI.
Questo significa che con la gravidanza della nonna, nel suo grembo, verso il 5° mese dal concepimento, inizia a formarsi l’ovocita dal quale un domani potrà nascere la vita di un nipote. L’embriologia spiega infatti che le cellule precursori dell’ovocita, se il feto è femmina, o dello spermatozoo, se il feto è maschio, sono già presenti nello stadio fetale nell’utero materno. Non entro nella specificità dell’argomento che non è di mia competenza, ma invito il lettore ad immaginare la risonanza di questo pensiero.

Le famiglie dei primi anni cinquanta dello scorso secolo vivevano insieme e difficilmente accadeva che i nipoti non conoscessero i nonni. Anzi, spesso i nonni mantenevano le redini della famiglia e comandavano. Ancora oggi gli anziani di famiglia vengono considerati saggi e sono in una posizione di riguardo rispetto al clan in molti popoli asiatici.
Noi, gente super civilizzata, no. A meno ché i nonni non collaborino alla vita familiare, ma anche così possiamo dire di conoscere le loro emozioni, le loro sofferenze o i sogni?

Negli egoismi personali (da cui non siamo esenti nè come figli nè come genitori) tendiamo a dimenticare o ad ignorare ma c’è un filo cellulare che unisce tre generazioni e la scienza lo dimostra.
Ed è il filo che la psicogenealogia fa riaffiorare e illumina.

psicogenealogia e scienza

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