Il Gemello scomparso che vive dentro di noi
Da qualche anno si è iniziato a parlare della sindrome del gemello scomparso in relazione a problematiche che vivono i portatori di questa problematica, consistenti in senso di perdita e di abbandono immotivati e/o eccesso di frustrazione che possono anche causare comportamenti autolesionistici, non rintracciabili in nessuna causa attinente al vissuto del portatore.
Il termine sindrome del gemello scomparso, fa rifermento all’esperienza prenatale di perdita vissuta dall’embrione che eravamo, di un gemello che viene riassorbito dalla placenta, integrato nel sopravvisuto o addirittura espulso dall’utero.
I coniugi Austerman, famosi per aver scritto un famoso libro sul tema, già dal 1998 hanno iniziato a raccogliere informazioni ed esperienze dei “sopravvissuti” e vi hanno riscontrato tratti comuni ; dopo numerosi anni di ricerca e terapie affrontando questo tema, hanno creato un modello terapeutico, con strumenti utili alla guarigione, per aiutare chi soffre di questa sindrome
A sostegno di questi studi, l’avvento delle moderne indagini prenatali e le ricerce effettuate a partire dagli anni 80 hanno portato alla luce aspetti interessanti sulle gravidanze gemellari che, a contrario di quanto si pensi , sono circa il 10% e che hanno anche percentuali maggiori presso alcune popolazioni, complici abitudini alimentari che le promuovono.
In particolare si è scoperto che gli embrioni già nelle prime settimane di vita conservano una memoria ( studi di William Emenson) e che esiste una sensibilità prenatale ( Claude Imbert) che può trasportare la “memoria” del trauma della perdita, fino.a far sperimentare condizioni invalidanti rispetto al vivere la propria vita in maniera serena e autonoma.
Il portatore di questa sindrome infatti è alla costante ricerca della propria anima gemella e spesso nelle relazioni sperimenta profonde frustazioni, paure dell’abbandono e sensi di colpa che possono portare anche a comportamenti sadici e/o masochisti.
Nel lavoro di psicogenealogia , quindi viene esaminato anche questo aspetto, che di fatto rappresenta una elaborazione del lutto e relativa inclusione del nostro gemello, nel sistema familiare.
Attraverso particolari metodi di indagine e una costellazione dedicata, l’esperienza può finalmente entrare nella consapevolezza di chi ha vissuto il trauma.
La presa di consapevolezza ha numerosi vantaggi per la persona affetta da questa sindrome, prima fra tutte è uscire dal senso di colpa che ha generato l’essere un sopravvissuto ma anche riuscire a elaborare il lutto e vivere una vita piena portando dentro di se il proprio gemello con senso di gratitudine e completezza.